Recesso in prova e termine di decadenza ex art. 6 L. n. 604/1966: la Cassazione ribadisce (ancora) i limiti applicativi

Nota a Corte di cassazione, Sez. Lav., ordinanza 8 aprile 2025, n. 9282
di Giacomo Gallo
Abstract
La nota commenta un’ordinanza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un lavoratore avverso la decisione della Corte d’Appello di Venezia, la quale aveva applicato automaticamente il regime decadenziale previsto dall’art. 6 della Legge n. 604/1966 anche al recesso datoriale esercitato nel contesto di un patto di prova. Richiamando autorevole dottrina e consolidata giurisprudenza, il contributo ribadisce la necessità di escludere dall’ambito applicativo della decadenza i recessi intervenuti durante un periodo di prova non ancora sfociato in un rapporto definitivo, conformemente a quanto disposto dall’art. 10 della medesima legge. La pronuncia diviene così occasione per riaffermare la specialità della disciplina del recesso in costanza del periodo di prova, la sua incompatibilità con l’estensione meccanica delle scansioni decadenziali e (ancorché sullo sfondo) il ruolo centrale del requisito di validità formale del patto stesso.
Parallelamente, la Corte conferma il principio secondo cui il rifiuto – anche implicito – del tentativo di conciliazione da parte del datore di lavoro è sufficiente a far decorrere il termine decadenziale di sessanta giorni, ai sensi dell’art. 6, co. 2, L. n. 604/1966. La sospensione dei termini ex art. 410, co. 2, c.p.c. si applica, infatti, soltanto in caso di effettivo svolgimento del tentativo conciliativo. In mancanza di deposito di memorie, o comunque adesione datoriale, il dies a quo coincide con il ventunesimo giorno successivo alla ricezione della richiesta.
This commentary analyses a decision of the Supreme Court of Cassazione, which overturned a judgment by the Court of Appeal of Venice for having mechanically applied the forfeiture regime set out in Article 6 of Law No. 604/1966 to a dismissal issued during a probationary period. Referring to legal scholarship and settled case law, the commentary reiterates the necessity of excluding from the scope of the statutory forfeiture provisions those dismissals occurring during a probationary period that has not yet matured into a definitive employment relationship, in line with Article 10 of the same law. The ruling thus offers an opportunity to reaffirm the special nature of the legal framework governing termination during probation, its incompatibility with a mechanical extension of procedural forfeiture rules, and the central role played by the formal validity of the probationary clause.
In addition, the Court reiterates the principle according to which the employer’s refusal – even if tacit – to participate in the conciliation attempt is sufficient to trigger the sixty-day forfeiture period under Article 6(2) of Law No. 604/1966. The suspension of time limits under Article 410(2) of the Code of Civil Procedure is applicable only when the conciliation procedure is effectively carried out. In the absence of submissions or express adherence by the employer, the dies a quo is deemed to commence on the twenty-first day following receipt of the conciliation request.