La disciplina del licenziamento collettivo (illegittimo), nel diritto eurounitario

di Federico Avanzi

Abstract

Con la sentenza del 17 marzo 2021, nella causa C-652/19, la Corte di Giustizia aggiunge un tassello di assoluta rilevanza nel dibattito in tema di licenziamento e di tutele in caso di illegittimità dello stesso.

Invero, sebbene riferita allo specifico ambito dei recessi “collettivi”, dalla pronuncia in esame emerge, con chiarezza, sotto un duplice profilo, la prospettiva del diritto dell’Unione in materia.

Da un lato, in riferimento alla discrezionalità degli Stati membri rispetto ai sistemi normativi di “protezione” dei lavoratori, e, dall’altro, relativamente al principio di non discriminazione qualora il regime di tutela di questi risulti deteriore a causa del loro precedente impiego attraverso un contratto a tempo determinato.

 

Abstract 

With the sentence of March 17, 2021, in case C-652/19, the Court of Justice adds a piece of absolute relevance to the debate on dismissal and on the protection of workers in case of illegitimacy of the same.

Indeed, although it refers to the specific area of “collective” redundancy, from the ruling in question clearly emerges from a double point of view the perspective of the Union law on the matter.

On the one hand, with reference to the discretion of the Member States with respect to the regulatory systems of “protection” of workers, and, on the other, with regard to the principle of non-discrimination if the protection regime for these is worse due to their previous employment through a fixed-term contract.


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