Un intervento razionalizzatore della tutela contro i licenziamenti illegittimi

di Paolo Sordi

Abstract

Con la sentenza n. 59/2021 la Corte costituzionale ha modificato una delle disposizioni più controverse della riforma dell’art. 18 l. n. 300/1970 attuata dalla l. n. 92/2012. Quella che, in caso di manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per g.m.o., prevedeva – secondo l’interpretazione consolidatasi presso la giurisprudenza di legittimità – come meramente possibile (e non invece necessaria) la reintegrazione nel posto di lavoro, divenuta invece ora, a seguito dell’intervento dei giudici delle leggi, l’automatica conseguenza della predetta manifesta insussistenza. L’Autore, dopo aver dato conto delle opzioni interpretative della norma censurata e delle argomentazioni svolte dalla Corte, esamina alcune possibili ricadute della sentenza su altri settori della vigente disciplina della tutela dei lavoratori colpiti da licenziamenti illegittimi.

Abstract 

The Constitutional Court sentence no. 59/2021 has modified one of the most controversial provisions of article 18, law n. 300/1970 reformed by law n. 92/2012. The one that, in the manifest non-existence of the fact underlying the economical dismissal, provided – according to the interpretation consolidated in the legitimacy jurisprudence – as merely possible (and not necessary) reintegration into the workplace, which has now instead become , following the judges intervention of the laws, the automatic consequence of the aforementioned manifest non-existence. The Author, after having considered the interpretative options of the contested provision and the arguments put forward by the Court, examined the possible sentence repercussions on other sectors of the current legislation on the protection of workers affected by unlawful dismissals.


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